Norcia, quanto ‘pesa’ il gioco d’azzardo?

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gioco d'azzardo

Una cifra di poco inferiore ai quattro milioni di euro.

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Nel corso dei dodici mesi del 2017 ogni abitante del comune umbro avrebbe puntato nel gioco d’azzardo una cifra pari a 783 euro. Attenzione però. E’ un valore medio. Ottenuto dividendo i 3.830.000 euro raccolti nel territorio nursino per tutti i suoi 4.888 abitanti.

Ovviamente ci sarà chi ha puntato di meno, chi al contrario di più, ma anche chi non avrà mai scommesso un soldo.

Ai giocatori sono poi rientrati 2,71 milioni di euro sottoforma di vincite. Mentre la somma rimasta in possesso della filiera (gestori, esercenti, produttori, eccetera) ha toccato quota 1,12 milioni di euro, al lordo di quanto dovuto allo Stato.

Ma quattro milioni è una cifra che dobbiamo considerare pesante oppure leggera?

Stilando una classifica con tutti i comuni italiani fino a 50.000 abitanti, sono 7.100, Norcia occupa la posizione numero 2.678. Pertanto si ritrova nella parte alta della classifica, per utilizzare un linguaggio in voga fra i bookmaker.

I passatempi che hanno riscosso maggior successo, quindi che hanno fatto registrare una raccolta più abbondante, risultano le AWP (acronimo che sta per amusement with prizes, le cosiddette nuove slot) con 1,48 milioni di euro, il Lotto con 1,12 milioni di euro, infine, sul gradino più basso del podio, le lotterie istantanee con 946.000 euro.

Vengono poi una decina di altri giochi, tutti con valori molto inferiori.

Allargando il nostro sguardo all’intera Penisola, grazie ai dati pubblicati sul “Libro blu 2017” dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, scopriamo che sempre nel corso di due anni fa la raccolta totale ha toccato i 101,7 miliardi di euro ed è stata poi suddivisa fra gli 82,7 miliardi di euro destinati alle vincite e i 19 miliardi di euro trasformati in spesa.

La pubblicazione fra l’altro ci permette di frazionare la raccolta sulla rete tradizionale, 74,7 miliardi di euro, fra tutte e venti le regioni che compongono l’Italia. Permettendoci così di conoscere i valori che si riferiscono a Lazio, Marche e Umbria, vale a dire i tre territori in cui ricade la Valnerina.

La regione che ospita la capitale si piazza al secondo posto della graduatoria nazionale con 7,8 miliardi di euro raccolti nel 2017. Davanti ha solo la Lombardia a quota 14,4 miliardi di euro.

Le Marche sono undicesime, con 1,9 miliardi di euro.

Mentre l’Umbria è quart’ultima con un valore di poco superiore al miliardo di euro, 1,077, lasciandosi alle spalle la Basilicata, il Molise e la Valle d’Aosta.

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